Anna Maria Bracci è nata a San Ginesio (Mc). Nelle Marche ha conseguito il diploma magistrale e una volta trasferitasi a Milano ha effettuato studi artistici, diplomandosi al Liceo e ottenendo l’abilitazione all’insegnamento. E’ stata allieva del pittore Gino Moro e dello scultore Giuliano Pulcini, ha insegnato per diversi anni dedicandosi sempre nel contempo alla pittura. Nel 1977 vince il 1° Premio “La Pittrice dell'Anno” a Milano, partecipa e viene premiata inoltre alla Rassegna “Premio Sant’Ambreus”, sempre a Milano e al “Free Beach Club” di Muravera (Ca).
Attualmente vive a Milano dove lavora nel suo Atelier sul Naviglio Grande.
Principali mostre personali: nel 1978 Anna Maria Bracci presenta una sua Personale alla Galleria "Sant'Ambroeus" di Milano, nel 1983, ancora a Milano, espone le sue
opere alla Galleria Valori e, nel 1984 propone una mostra al Circolo Filologico sempre di Milano. Nel 1987 è alla Galleria Bovara di Lecco e, nel 1990 al Centro Incontri di Milano. Nel 1999 porta
una mostra alla Basilica di S. Celso a Milano e, nel 2000 è a Sainte Agnes in Francia dove presenta “Les peintres du soleil". Nel 2002 Raffaele De Garda presenta la sua personale alla Fondazione
Mantovani di Milano, infine nel 2005 espone le sue opere alla Libreria Mondadori e nel 2006 alla Galleria Mirò di Milano.
Principali mostre collettiveNel 1973 partecipa alla Collettiva a Palazzo Isimbardi a Milano, nel 1979 alla Collettiva alla Biennale d'Arte, che si tiene a Palazzo
Reale a Milano e, nel 1989 è nella Collettiva Internazionale al Municipio di Montmartre di Parigi. Nel 1993 partecipa alla Collettiva "Studio Mostra Permanente", presso lo studio dello scultore
M. Mantovani a Milano. Nel 1996 partecipa alla collettiva al Kunstgalerie-Atelier di Freiburg, in Germania e, nel 1997 e 1998 è in permanenza alla Sojo Art Gallery di Amsterdam. Nel 2007 è
presente nella collettiva “Archivi del 900” di Milano, nel 2008 invece, partecipa alla collettiva che si svolge alla Galleria Ariele di Torino e alla collettiva alla Galleria Il Rivellino di
Ferrara. Nel 2009 espone le sue opere nella collettiva "Oltre la realtà", che si tiene alla Pinacoteca civica di Imperia, Nel 2010 partecipa a "La materia è il colore" alla Galleria Zamenhof di
Milano e, sempre lo stesso anno, alla collettiva “Post-Avanguardia”, che si tiene al Castello degli Estensi a Ferrara, al Castello Malaspina di Massa e al Castello di Carlo V a Lecce. Ancora nel
2010 partecipa alla 5° biennale d'arte di Ferrara nella Sezione "Ut poesi pictura". Nel 2011 espone le sue opere in "Impronte di sogni", alla Galleria Arte e linguaggio di Milano e, nel 2012,
partecipa alle collettive “Koinè” e “La via italiana all’Informale: ultime tendenze” che si svolgono entrambe a Palazzo Zenobio a Venezia.
Nota critica
“Pochi artisti hanno messo in evidenza l’indeterminatezza del termine “astrazione” con la chiarezza di Anna Maria Bracci. La questione è antica e per certi versi irrisolta, nonostante il frammentarsi continuo delle correnti del ventesimo secolo in rivoli e definizioni molteplici alla ricerca di una precisione insieme terminologica ed espressiva: astratto, concreto, informale, aniconico, eccetera. La pittura della Bracci affonda le sue radici ben saldamente nell’arte del Novecento, muovendo dalla figura attraverso l’esperienza cubista e l’influenza del neoplasticismo, con un interesse costante per la rappresentazione delle situazioni e un attenzione intelligente per la forma plastica. L’artista ci indica altri riferimenti, peraltro coerenti: Caravaggio, amato e studiato, il Guttuso degli anni quaranta, impegnato nell’assimilazione della lezione picassiana, Afro, che esclude il nero dalla tavolozza. L’approdo, nel nuovo secolo, a questa sua astrazione (usiamo pure questo termine di comodo) è annunciato e propiziato dalle nature morte, realizzate mediante l’uso congiunto del colore e del collage, che guardano consapevolmente a Braque.Ma ad un certo punto, dopo il duemila, c’è come una frattura: i materiali (tela di sacco, carta, cartone) prendono il sopravvento e rappresentano solo la forma, la tessitura, il valore plastico la relazione che istituiscono nel piano e nello spazio, attraverso la luce e il colore. Anche la pura pittura segue la stessa via.Di fatto, da questa svolta nascono continui aggiornamenti di forme e sperimentazioni di materiali nuovi (fili, vetri, cartone ondulato, stoffa, plastica) che si mescolano tra loro e col colore che li cambia, in composizioni variamente articolate e con intenzioni diversamente suggestive. (…)”
Giampiero Gianazza