Nato a Corridonia (MC) l’1/10/43, laureato in Medicina, pittore autodidatta, da anni espone in mostre personali e collettive. Tra le numerose personali, sono da ricordare quelle a Palazzo Massari a Ferrara (1997), alla Galleria “La Telaccia” a Torino (1999), nella Sede Municipale delle Associazioni Regionali a Milano(1999), nel Circolo Ufficiali di Castelvecchio a Verona (2000), alla Galleria Puccini ad Ancona (2001), al Centro Esposizioni d’Arte a Pisa (2001), alla Galleria Bonan a Venezia (2002), all’Istituto di Cultura “Casa Cini” a Ferrara (2002), alla Galleria del Candelaio a Firenze (2003), al Kantiere d’Arte “Il Centauro” a Bari (2003), al Chiostro Monumentale di S.Francesco a Treviso (2004), agli Antichi Forni a Macerata (2005), alla Galleria “La Pigna” a Roma (2006), al Castello di San Zeno a Montagnana (PD) (2007), a Casa Dante Alighieri a Firenze (2008), al Museo Civico Umberto Mastroianni a Marino (RM) (2008), all’Atelier Chagall a Milano (2009),al Fukuoka Art Museum (Giappone 2011), alla Galleria Zamhenof a Milano (2011), a Palazzo Zenobio a Venezia (2012), alla Galleria “Emmediarte” a Milano (2012), al Palazzo del Bargello a Gubbio (2013). Ha inoltre esposto in Spagna, negli Emirati Arabi, negli USA, in Slovenia, in Croazia, in Austria, in Francia, in Germania, in Giappone, in Finlandia, in Belgio, in Inghilterra, a Malta, in Olanda, in Romania. Raffaele De Grada così scrive: “Silvio Natali si presenta da oltre trent’anni sulla scena dell’Arte con una personalità evidente che si realizza con una pittura di studiata originalità che riduce in composizioni di respiro gli incontri tra le suggestioni del reale e gli spazi di una fantasia che vibra a mezzo di tasselli colorati, riportandoci a un’idea generale certo non comune”. Hanno scritto di lui, tra gli altri, anche Marie José Bouscaryol (Francia), Andrea Buzzoni, Donat Conenna, Lucio Del Gobbo, Giorgio Falossi, Franco Farina, Armando Ginesi, Giorgio Grasso, Paolo Levi, Benito Magro (USA), Virgilio Patarini, Franco Patruno, Salvatore Perdicaro, Elisabetta Pozzetti, Angelika Prader (Austria), Daniele Radini Tedeschi, Sandro Serradifalco, Vittorio Sgarbi, Serena Sileoni, Orazio Tanelli (USA), Stefano Troiani. Compare inoltre in importanti cataloghi d’Arte, anche in lingua inglese e francese, e sue opere sono custodite in collezioni pubbliche e private.
Nota critica. Deposito di immagini e di segni
“Non si può inventare la lingua: ma è certo che il modo di usarla è inventivo ed autobiografico, è la tua storia e il tuo futuro» (Aldo Rossi). Le parole di uno dei più profondi architetti del nostro tempo, recentemente scomparso, sono riferite alla lingua dell'Arte, a quel delicato e personalissimo complesso di elementi, di simboli e, sopratutto, di scelte che costituisce, individua e indelebilmente caratterizza il mezzo espressivo di ciascun artista. Silvio Natali ha elaborato il proprio linguaggio artistico con lucidità e con sicurezza. Le sue opere riflettono una ricerca coerente ed attenta, culminante in lavori pregevolissimi nei quali la pulizia del segno viene ad essere elemento centrale di equilibrio; il contrasto cromatico, talvolta discreto, talvolta più vivace, è parte integrante delle composizioni e spesso ne determina l'atmosfera. “Tutto l'universo visibile non è che un deposito di immagini e di segni ai quali l'immaginazione deve attribuire un posto ed un valore relativo», annotava Charles Baudelaire nella celebre presentazione del Salon parigino del 1859. Ebbene, Natali spazia sicuro in questo «deposito di immagini e di segni»; osserva, interpreta, seleziona. Magistralmente, quindi, ricompone. Costruisce con pazienza ed acume le proprie opere, nella cura del particolare, fino a dar vita a strutture (visualmente espresse, ma ovviamente dal carattere innanzitutto mentale) di straordinario vigore, di piena, vibrante suggestione. Sorprendono, le grandi architetture di segno e di colore che popolano i quadri di Silvio Natali. Emozionano pacatamente, senza ricorrere ad alcuna forma di retorica. Quasi all'improvviso, con forza e con franchezza, l'Arte di Silvio Natali si rivela infatti assai vicina alla nostra comune sensibilità: il suo racconto per immagini si inserisce nel patrimonio collettivo delle visioni quotidiane, verso un personale, intenso (a tratti onirico, ma essenzialmente riconoscibile e quindi condivisibile, diretto) universo di umane sensazioni. Silvio Natali è dunque un vigoroso, originale cantore della comune nostra umanità. è un artista, un artista vero: come un medico attento e appassionato, egli sa vedere, sentire, meditare; sa prestare attenzione anche al dettaglio. E sa infine comunicare, raccontare. È pienamente, autenticamente, intimamente artista: se non fosse un pittore, Natali sarebbe di certo un poeta, un grandissimo, franco, denso narratore.
Giorgio T. Bagni