Raffaele De Francesco, nato in provincia di Varese, ha vissuto ad Atlanta (USA), Heidelberg (Germania) e Roma. Oggi vive, lavora e dipinge a Milano, dove come professione si occupa di ricerca nel campo biomedico presso l’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare. Da sempre appassionato di arte e di pittura, ha iniziato la sua attività di pittore nel 2008 dedicandosi primariamente alla pittura informale. La pittura rappresenta così per Raffaele De Francesco un mezzo di conoscenza della realtà complementare a quello scientifico: da una parte la ricerca scientifica, con il suo approccio razionale ed oggettivo, dall’altra la pittura, come strumento di conoscenza istintivo ed introspettivo.
Mostre degli ultimi anni: nel 2014, Raffaele De Francesco ha esposto, insieme con Virgilio Patarini, alla mostra doppia personale “Stratificazioni” presso lo Spazio E di Milano. Ha inoltre esposto alle seguenti mostre collettive: Post-Action Painting 2, Galleria Zamenhof, Milano, settembre-ottobre 2010; Matter and Soul 2, Atelier Chagall, Milano, settembre 2011; Finalisti del concorso “Il Segno 2011”, Galleria Zamenhof, Milano, luglio-settembre 2011; Koinè 2012, Palazzo Zenobio, Venezia, settembre 2012 e Galleria Zamnehof, Milano, novembre 2012; Koinè 2013, Palazzo della Racchetta, Ferrara, marzo 2013 e Galleria 20, Torino, dicembre 2013.
Nota Critica
Ponendosi consapevolmente e criticamente sulla scia della Pittura Informale storica, con una particolare attenzione alla declinazione americana dell’Action Painting, Raffaele De Francesco costruisce le sue opere con un’esuberanza di colore e di gesto che non sconfina mai nell’eccesso e nel disequilibrio, ma al contrario va alla ricerca di un’armonia complessa fatta di pesi e contrappesi: un’armonia in ultima analisi “classicheggiante”. La forza esplosiva, moderna e dirompente viene temperata e bilanciata da una sorta di innato aureo equilibrio di antica ascendenza greca. Tale dialettica tra espressione diretta dell’emozione e controllo razionale emerge in maniera ancora più evidente nelle ultime opere, incardinandosi in un’altra dialettica che dipende in parte dagli strumenti utilizzati: ovvero la dialettica tra il mettere e il levare. Nella stratificazione del colore, infatti, l’uso della spatola o di altri strumenti come i rulli consente di mettere e togliere al tempo stesso: mentre si aggiunge un nuovo strato di colore se ne strappa via una parte di quello sottostante, mostrando come in una radiografia i diversi strati che si sovrappongono”.
Virgilio Patarini