Nato nel 1952, vive a Pisano (Novara) e realizza sculture attraverso l'assemblaggio di materiali di recupero. Descrive in tal modo la sua esperienza artistica: “Ho coltivato nel tempo una passione per l'arte contemporanea, che mi ha portato a frequentare assiduamente musei e gallerie d'arte; in un certo momento ho sentito l'impulso a far emergere ,attraverso la scultura, le esperienze visive che avevo accumulato e nel frattempo rielaborato in una chiave interpretativa personale. Ho iniziato da autodidatta e forse la mancanza di una formazione artistica tradizionale mi ha reso più libero di esprimermi,senza condizionamenti accademici. Nella scelta di utilizzare i rifiuti hanno influito la mia formazione professionale nel campo della medicina preventiva e della tutela dell'ambiente, unita all'esercizio stimolante di ricollocare e ricombinare, prima nella mente e poi nello spazio pezzi di diversa origine e composizione, per realizzare nuove forme. Le opere affrontano, spesso in chiave ironica, diversi temi di attualità (la condizione femminile,il malcostume in politica,gli eccessi del consumismo etc) ,nel presupposto che si possono affrontare i temi più seri in una forma apparentemente scherzosa. Se l'arte è una forma di comunicazione, attraverso i colori accattivanti o la curiosità dei personaggi cerco di attirare l'attenzione del visitatore, per poi indurlo ad andare oltre all'aspetto estetico, stimolando una riflessione più profonda. In tal senso anche i titoli che attribuisco ai miei lavori completano l'opera, in quanto ne propongono una chiave di lettura” .
Ha esposto in gallerie e spazi museali in Italia (Milano,Torino,Venezia, Genova, Firenze, Novara,Ferrara,Imperia,Massa,Rovereto,Lecce etc) e all’Estero (Parigi, Montecarlo Dordogna). Fra le mostre più recenti: Prospettiva post-Avanguardia –Palazzo Zenobio Venezia; Step O9 Art Fair - Fabbrica del vapore -Milano , Ecomondo di Rimini ,RiartEco Genova e Firenze. Nel nome dell’Arte –Palazzo Renzo Piano –Novara-.
Pubblicazioni: “Terza dimensione” a cura di Paolo Levi e Virgilio Patarini- Ed. Giorgio Mondadori -2011. “Dramatis personae” a cura di Virgilio Patarini - Ed. Giorgio Mondadori -2013. Web: www.museodelriciclo.it/autori/41/ ; http://www.equilibriarte.net/member/14420
Note critiche
L’abilità dell’artista si esprime nell’assemblare, saldando, incollando o avvitando, strumenti presi dalla vita di ogni giorno, che acquisiscono in questo modo una nuova identità espressiva . In
questo minuzioso lavoro di ri-creazione, sembra di vedere all’opera un fine alchimista di sentimenti e sensazioni, che agisce col piacere di creare oggetti compositi e magici . È un
profondo lirismo dunque quello che anima le opere di Lo Giudice, nella loro sintesi di antico e moderno, di nobile e di profano, un racconto vibrante di forma e di colori.
Paolo Levi
Nei giocosi e ironici assemblaggi di Paolo Lo Giudice, l’inerte, l’inanimato prende forme e sembianze di essere animato,diviene “animale” fantastico o cartone “animato”, reinterpretato. Il pezzo di macchina o l’utensile rotto o il macchinario in disarmo, viene smontato e rimontato con la precisione di un ingegnere folle che ha deciso di sostituire il principio dell’utilità e della funzionalità con quello forse più utile e funzionale del divertimento e della fantasia. E un pezzo di motorino che non funziona più o un frullatore rotto può servire a rimettere in moto la nostra intelligenza e aggiustare la nostra allegria. Con un sovrappiù di riflessione sulle forme “biomorfe” che si celano negli ingranaggi delle forme meccanomorfe. E forse anche di velata nostalgia. L’artista rievoca attraverso una marmitta rovesciata il corpo e il collo di aironi e altri sontuosi volatili, che proprio tante marmitte scoppiettanti (e funzionanti) stanno portando al rischio di estinzione. E il canto del cigno di metallo nasconde dietro la risata beffarda forse una nota sorda e vibrante di sarcasmo che sfuma nell’amarezza e nella malinconia. E non è un caso allora che Lo Giudice abbia, tra i tanti personaggi, un giorno rievocato con pezzi di ferro e bulloni la maschera tragicomica di Charlot. Anche Paolo Lo Giudice, come Charlot, ci fa sorridere sui“Tempi moderni”,i con un fondo di struggente nostalgia. Anzi, no, per essere precisi Paolo Lo Giudice, a differenza di Charlie Chaplin, ci fa sorridere sui nostri “Tempi Post Moderni”, ovvero post-industriali, post-umani, postulanti, posticci, postribolari...
E come un Mago di Oz dalla discarica del nostro consumismo meccanizzato egli fa sorgere eserciti di ferri-vecchi in rivolta armata…no, non armati di rivoltelle, ma di risate.
Virgilio Patarini