Michelle Hold è nata nel 1956 a Monaco; vive e lavora vicino a Casale Monferrato.
Inizia a studiare architettura ad Innsbruck;successivamente amplia la propria formazione in campo artistico e nel disegno di tessuti frequentando corsi a Parigi, New York, Hong Kong, Monaco e Londra.
Ha partecipato presso numerose esposizioni collettive e personali, in Italia e all’estero (Venezia, Torino, Milano, Palermo, Ferrara, Pisa, Irlanda, Innsbruck, Colonia, Berlino, Shanghai, Lisbona, Londra). Tra le principali mostre personali segnaliamo nel 2013 “Visioni Sfumate”, Palazzo del Monferrato, “European Abstract Art “, Shanghai M40;2012 "Equilibri Rari " al Castello di Casale Monferrato e “Viaggio“, Galleria Zanuso, Milano. Tra le principali mostre collettive: 2013 “Rosso Vivo “ MRSN Torino; 2012, “La via Italiana all'Informale", Palazzo Zenobio , Venezia e “ Il Sogno dell’Acqua “ a Palazzo Lascaris, Torino. Nel 2011 è stata tra gli artisti presenti alla 54 Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, Padiglione Italia – Palazzo delle Esposizioni, Torino. Riconoscimenti: da Rebecca Wilson , director of Saatchi Art London for new collection 13.1. 2014 2013 Scelta da Saatchi Art per “ A Spotlight on Italy “ Vincitrice del 2nd, 3rd, 5th and 7th Showcase 2013 on ARTSLANT Los Angeles. 2012 Vincitrice del Premio “Rosso Ferrari “ per l’Arte Roma , Segnalata per il Premio “Emilio Vedova “ Il Segno 2012.
é presente in pubblicazioni nazionali come “Post-Avanguardia “ e “La via Italiana all’Informale” (entrambe a cura di V. Patarini, Ed. Giorgio Mondadori) ed internazionali come “Hidden Treasure Art Magazine Yearbook 2014 “e “New Collector’s Book 2014” di Basak Malone
Nota critica
Fratture ampie segnano e dividono lo spazio, aprono a pennellate larghe, irregolari, piatte. A queste s’intervallano linee sottili costitutive di minimi tracciati poliritmici, penetranti somatizzazioni che registrano la vigorosa rapidità con cui Michelle Hold imprime sul supporto la propria indelebile organizzazione informale.
La sua pittura sostiene equilibrismi accumulativi ed esercizi di gesto che smembrano la materia colorata con nitida soggettività, frugando il reale e nel contempo scavando animosamente dentro l’inconscio; automatica si produce una tensione moto-emotiva totalizzante, che filtra invadente per poi implodere - senza leggiadrie superficiali – sulla tela, all’interno di movimentazioni cromaticamente disgiuntive/congiuntive.
La Hold è tenace, non ammette remore nella manifestazione di un “sé” stretto tra visioni e forza interiore; “sé” interloquente con il cosmo ad esso esterno, affidato ad un contatto diretto/autonomo con la pittura e con gli impasti che annullano qualunque ipotesi d’organicità cromatica poiché a questa preferiscono l’azione di un’imprimitura individuale, passibile di forte spiritualizzazione. Un’imprimitura che non lascia fluire accademicamente il colore, ma al contrario porta alla creazione di eccellenti frizioni abrasive, taglienti e spigolose, appassionate come le sfrontate voluttà incisorie dalla classica linearità segnico-direzionale.
La capacità di concepire e costruire tramite strumenti “classici” (pennello, colore, tela) appare particolarmente significativa in una pratica processuale che si spinge oltre la generica categorizzazione di “informale”: frammento su frammento, le sovrapposizioni cromatiche distribuite dalla Hold acquisiscono lo status di caratteriali strutturazioni prospettiche, piani intrecciati dove torna puntuale l’azione coprente-velante-sovrastante delle differenti pigmentazioni.
Spicca energico il rosso carico, calore che sovrasta, avvolge, soggioga le ampie passate di nero pungente e infine si unisce a quest’ultimo per sterminare duramente la limpidezza algida del bianco, mettendo in scena il dinamismo de-compositivo di un raziocinio ciclico e indipendente.
Andrea Rossetti