NOTA BIOGRAFICA
Alberto Besson nasce nel 1949 a Crema ove tuttora risiede.
Significativi riconoscimenti al Castello Sforzesco di Milano e alla Belle Arti di Torino, lo incoraggiano a continuare il proprio discorso artistico iniziato nel 1965. Personali a Cremona, Milano, Brescia, Firenze, Ferrara, Varese, Bergamo, Reggio Emilia, Pisa e Monte Carlo. Dal 1980 partecipa a manifestazioni d’arte in varie nazioni. Dopo un periodo di esperienze diversificate, si laurea in giurisprudenza presso la Statale di Milano e superato un concorso pubblico, ottiene un impiego statale. Ha illustrato una trentina di volumi di racconti e poesie pubblicati da varie case editrici. Oltre trecento le presenze in Gallerie d’Arte, Fondazioni e Musei.
Tra le ultime mostre, si ricordano:
2012: Arte Fiera di Stoccarda, Sindelfingen, Stoccarda, Germania ; Carnevale 5050, Galleria Web Art, Treviso; Galleria Crisolart Galleries, Barcellona, Spagna; LUZ.Art Gallery, Firenze; “Italians do it better”, Latino Art Museum, Mail Salon East, Los Angeles, California;”Art Talent Show” Artefiera di Padova.
NOTA CRITICA
Se si tralascia la produzione più figurativa di Alberto Besson, d'ispirazione pop, decisamente moderna e suggestiva, si può notare come dalla metà degli anni duemila, l'artista di Crema abbandona la strada vecchia e consolidata per avventurarsi in nuovi altrettanto suggestivi sentieri. Fino a quel punto di rottura la pittura di Besson si distingueva per il rigore e l'equilibrio formale delle composizioni geometriche e delle ampie campiture "a plat", che evidenziavano una tavolozza dai toni tenui, quasi pastello, e una ricerca di armonia basata su un gioco di pesi e contrappesi, di cui la chiave di volta era, in sostanza, la ubriacante reiterazione e il reciproco bilanciamento di tasselli cromatici dello stesso colore (magari con uno o due toni di scarto) e di forme geometriche simili, anche se sempre, leggermente, sottilmente diverse. [...] Intorno al 2005 le armoniche composizioni di Besson si frammentano, le forme si frantumano, si rimpiccioliscono, si addensano in formazioni più complesse e articolate. I colori si fanno più acidi, più violenti. Si ricerca sempre e comunque un'armonia, ma si tratta di un'armonia diversa: meno classica, meno apollinea, più audace, scomposta, post - moderna. La destrutturazione delle figure e delle forme sembra rifarsi ad un diverso immaginario che riscatta e trasfigura quello derivante dalla consuetudine col computer, con internet e programmi come photoshop. I titoli poetici ed evocativi di un tempo lasciano spazio ad indicazioni più secche di precisi luoghi geografici sinteticamente allusi. E l'artista così ci sembra essere piovuto dal cielo di un astratto, poetico Iperuranio sulla terra di una coloratissima, acidissima realtà quotidiana post - moderna.
Virgilio Patarini