NOTA BIOGRAFICA
Nasce a Monopoli (BA) il 1955; nel 1973: Diploma Maestro d’Arte Istituto d’Arte di Monopoli(BA); 1974:Maturità d’Arte Applicata Sez. Tessitura ; 1974-1976: Lavora presso LDT Laboratorio Disegno Tecnico a Bari; 1977-1999: Lavora in Svizzera ad Agno - Lugano come Disegnatrice-Pubblicitaria e Fotografa; 2000-2012: Lavora presso la Unger - Articoli da ricamo e bigiotteria – Milano come fotografa, Pubblicitaria e Curatrice , fotografa del sito www.clotildesilva.it.
Percorso Artistico
1971-1972 : 1° e 2° Bagutta Mostra Mercato con Festa della Rosa – Monopoli BA
1977: Partecipa al Premio di Pittura Giovanni Carnovali a Montegrino VA; 1978: Vince il 2° Premio Categoria Colore Concorso Fotografico ALBE SA Agno-Lugano; 1980-1981: Decora vasi per la Fiera Artigianale a Laveno Mombello – VA; 1982: Mostra Collettiva “I Giovani e la Cultura Locale” 3° Edizione Lavena Ponte Tresa VA; 1983:Riceve l’invito , e dipinge la 5° Stazione della Via Crucis Olio 2x1,5 m. Lavena Ponte Tresa; 1983-1984: Collettive 4° e 5° Edizione “I Giovani e la Cultura Locale” Lavena Ponte Tresa; 1984: Invitata a fare un affresco a Marchirolo VA, affresca Frontiera 4,5x1 m.; 1984 :1° Personale al Centro Culturale “LINOS” a Monopoli BA (Dic.-Gen.); 1985-1986:Collettive 6° e 7° Edizione “I Giovani e La Cultura Locale Lavena Ponte Tresa; 1986:Bi - personale con la Pittrice e Poetessa Antonella Modaffari Bartoli al Centro Culturale Vittorio Sereni in Agra VA; 1987: 2° Personale “La pace dov’è” presso l’Istituto Maria Bambina a Roggiano VA; 1990: Apre uno Studio D’Arte DER BLAUE REITER a Luino VA; 1990: Partecipa al 1° Concorso Nazionale Arte sul Lago a Maccagno VA con un Installazione; 1991:12° Edizione “I Giovani e la Cultura Locale “ presentando solo dipinti su ceramiche; 2008-2009: Partecipa alla 19° e 20° Edizione di Sotto gli Archi di Sarigo a Castelveccana VA; 2010: Finalista al 15° Concorso Nazionale di Arte SATURARTE 2010 a Genova; 2010: Finalista al “IL SEGNO” - Premio d’Arte Contemporanea Galleria Zamenhof a Milano; 2010: “POST POP /Cattivi soggetti” a Milano Galleria Zamenhof; 2010 :“POST POP /Cattivi soggetti” alla BIENNALE di Ferrara – Chiostro Sant’Anna – Ferrara; 2011:“ARTE COME FORMA POETICA” al Palazzo Rachetta a Ferrara; 2011: “GENOVARTE” IV Biennale d’Arte Contemporanea - Palazzo Stella, Genova; 2011: Collettiva 30x30– A cura di Enzo Briscese e Giovanna Arancio – Galleria Ariele – Torino; 2012: Collettiva “PERCEZIONI E PENSIERI VISIVI “Figure paesaggio” Galleria Ariele – Torino; 2012: Collettiva “DISCORSI SULLA REALTA’ “ Palazzo Zenobio – Venezia; 2012: Collettiva “ KOINE’ “ Galleria Zamenhof – Milano.
NOTA CRITICA
LA CLASSICITA' DEL POP
Sin dai suoi esordi negli anni Settanta Angela Ippolito produce opere, siano carboncini, inchiostri oli o pittura, siano su carta, su tela juta oppure porcellana, opere in cui la figura umana viene rappresentata in un'estrema essenzialità. Si evidenzia infatti in maniera marcata l'assenza assoluta di profondità, di prospettiva, di ambientazione, elementi che potrebbero raccontare una storia, dare un indizio sull'origine dei personaggi rappresentati, guidare la comunicazione verso il determinarsi di un preciso messaggio. Le sue figure sono eredi di un processo di svuotamento del reale, in cui ogni sovrastruttura cade e l'uomo, anzi in questo caso è meglio dire la donna, rimane, senza punti di riferimento senza trucco molto spesso senza capelli, simbolo della rinuncia ad ogni proiezione verso l'esterno, sola di fronte all'esplodere incontrollato dei suoi sentimenti. Una silhouette, labbra naso, e occhi: in un gusto pittorico che può ricordare la grafica pop, questi sono gli strumenti che la Ippolito utilizza come specchio di un mondo primordiale, ctonio magmatico abissale, fatto di elementi che non possono essere percepiti con i sensi comuni, bensì solo tramite le vibrazioni dell'anima. Particolarmente significativo in questo senso il carboncino “A mia immagine”, che sembra quasi un manifesto dell'artista: il volto roseo quasi violaceo di una donna viene modellato deformato e definito nuovamente da figure simboliche bianche, paure influenze pulsioni aspirazioni, la volontà il tempo il destino, tutto ciò che attivamente o passivamente ci muta nel corso della vita che viene così vista come una grande avventura marina, pericolosa ma immensamente magica. Molto spesso in effetti nel tratto e nella disposizione dei soggetti dei suoi lavori si sente la potenza soverchiante del Mare, inteso anche in senso storico come il bacino culturale del Mediterraneo. Così se si osservano diverse sue porcellane non si può fare a meno di notare nelle spirali che seguono il rincorrersi delle figure una chiara matrice classica, e parlando di un'artista di Monopoli, più specificatamente, magnogreca. L'evoluzione delle opere della Ippolito in questi ultimi anni è il naturale sviluppo di queste tematiche, con il ricorso ad un linguaggio sintetico e sincretico, capace di esprimere contemporaneamente da una parte quegli stati psicologici che sempre sono stati al centro della sua indagine e dall'altro quella filosofia elementare, fatta di terra e di sangue, di danza e di morte, di tensione mistica, che lega la sua opera alla classicità e al suo linguaggio metaforico. Dominanti rimangono sempre le silhouette, senza volto e ripetute all'infinito: queste sono concrezioni del pensiero che si agitano all’interno di una o più emozioni e che, gestite grazie ad una delicata sensibilità cromatica, interagiscono tra loro con violenza o eleganza, tensione o leggerezza, ancorate al reale o sospese nel fantastico, realizzando una dinamica intima o interpersonale che rende visibile l’inesprimibile. Determinante è anche la suddivisione dello spazio in tanti elementi, a volte irregolari a volte definiti da angoli retti; si viene indirizzati verso una lettura episodica, come se la tela fosse una grande vicenda suddivisibile in tante piccole frazioni, eppure al tempo stesso è possibile godere dell'armonia generata dall'insieme dei diversi elementi. Ognuno di questi lavori è pertanto come una via crucis, da percorrere per arrivare alll'esaltante finale godimento estetico, fondamentale per ottenere quella catarsi che è il fine di ogni opera classica.
Alessandro Baito
Sito: www.angelaippolito.com
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